martes, 31 de marzo de 2009

Tribunali Etici a difesa dei popoli e contro l'impunita' 18 marzo 2007

Tribunali Etici a difesa dei popoli e contro l'impunita'

18 marzo 2007


La società civile italiana si sta attivando su differenti fronti per appoggiare percorsi di pace all'interno del conflitto colombiano.LIBERA - associazioni nomi e numeri contro le mafie - appoggia la nascita della Commissione Etica Internazionale in Colombia; il Tribunale Permanente dei Popoli, organo della Fondazione Basso prosegue le udienze su multinazionali e guerra in Colombia; la Rete Italiana di Solidarietà con le comunità di Pace colombiane testimonia contro l'impunità e per soluzioni pacifiche. Tribunali Etici a difesa dei popoli e contro l'impunita'
18 marzo 2007


Da ScaricareDossier: Tribunal Permanente de los Pueblos - e commento di DORA LUCY ARIAS GIRALDO, avvocata del Collettivo “Restrepo”Rassegna Stampa Comissione Etica InternazionaleRassegna Stampa San José de Apartadò


La società civile italiana si sta' attivando su differenti fronti per appoggiare percorsi di pace all'interno del conflitto colombiano. Abbiamo così voluto riassumere, in questo dossier, un periodo di forte impegno civile internazionale - con un forte accento italiano - a favore dei colombiani, vittime della guerra.Libera - associazioni nomi e numeri contro le mafie (presieduta da don Luigi Ciotti)- , appoggia la nascita della Commissione Etica Internazionale in Colombia, promossa dal Movimento di vittime di crimini di Stato e testimonierà questa chiara presa di posizione in favore delle vittime anche durante la giornata dell'impegno e della memoria che organizzerà il prossimo 21 marzo a Polistena, rafforzando il ponte tra Italia e Colombia alla ricerca di giustizia e verità.Il Tribunale Permanente dei Popoli (TPP), organo della Fondazione Lelio Basso-Sezione internazionale, ha tenuto nei giorni 25 e 26 febbraio 2007, l'udienza sulla distruzione della biodiversità nei pressi del bacino del Río Cacarica, nel Dipartimento del Chocó, come racconta DORA LUCY ARIAS GIRALDO, avvocata del Collettivo “Restrepo”.Il 21 febbraio a Roma “Colombia Vive!ONLUS Rete Italiana di Solidarietà con le Comunità di Pace Colombiane” ha organizzato un sit-in davanti all'Ambasciata della Colombia e un seminario con l'europarlamentare Vittorio Agnolotto, nel secondo anniversario del massacro della comunità di pace di San Josè de Apartado.Nei giorni 24 e 25 novembre 2006 si è svolta nel salone Ellittico del Parlamento della Repubblica della Colombia la sessione del Tribunale Internazionale contro l'impunità per la violenza paramilitare nel quartiere di Ciudad Bolivar (Bogotà), promosso dall'Ong “Justicia y Vida” e dalla Commissione Diritti Umani del Parlamento Colombiano. Questo caso verrà presentato alla Corte Penale Internazionale dell'Haya il prossimo 21 marzo da Lilia Solano, Presidente dell'Ong “Justicia y Vida”
Foto: Rappresentanti della Commissione Etica Internazionale in Colombia presenti all'innaugurazione del monumento alle vittime: Iván Cepeda Castro, el Movimiento Nacional de Víctimas de Crímenes de Estado; Carlos Fazio, de víctimas en Uruguay; Mirta Baravalle, fundadora del Movimiento de las Madres de la Plaza de Mayo en Argentina; Lorenzo Loncón, del pueblo Indígena Mapuche de Chile y Alberto Giraldéz, de la Comunidad Santo Tomás de Madrid.
LIBERA appoggia la Commissione Etica Internazionale a fianco delle vittime in Colombiawww.libera.it Libera - associazioni nomi e numeri contro le mafie, appoggia la nascita della Commissione Etica Internazionale in Colombia, promossa dal Movimento di vittime di crimini di Stato.
Il Movimento delle Vittime dei Crimini di Stato è impegnato nella costruzione di una Colombia libera dal conflitto armato, sociale e politico che insanguina da decenni il paese andino, nella convinzione che l'unica soluzione possibile al conflitto sia una quella politica e negoziata, basata sui principi della Verità, della Giustizia e della Riparazione Integrale per le Vittime e sulla costituzione di una Commissione della Verità Indipendente per indagare le rispettive responsabilità.
Per queste ragioni, 25 personalità a livello mondiale, riconosciute per la loro autorità morale hanno presentato la Commissione Etica Internazionale in Colombia (con audizioni nel “Cacarica” (Chocó), San onore (Sucre), Barrancabermeja, Santander e Bogotá) - dal 15 febbraio al 3 marzo scorso, con l'obiettivo di “salvaguardare il diritto alla memoria storica, per difendere la verità storica delle vittime dei crimini di stato, di fronte all'assenza di un sistema istituzionale di giustizia che affronti seriamente il genocidio e i crimini contro l'umanità, di fronte al mancato riconoscimento dei diritti delle vittime”.
Questa Commissione Etica Internazionale lavorerà per ben 10 anni raccogliendo le testimonianze delle vittime, le denunce e gli elementi per costituire una Commissione della Verità Indipendente che faccia luce sui crimini di lesa umanità, una sorta di commissione di chiarificazione storica.I membri della Commissione Etica Internazionale presenti in Colombia dal 15 febbraio al 3 marzo scorso sono stati:
- Mirta Baravalle - Madre di Plaza de Mayo Línea Fundadora, Argentina
- Libertad Sánchez Gil - Asociación por la Recuperación de la Memoria Histórica de Mérida y Comarca - Spagna
- Enrique Nuñez - Comissióne Ética contro la Tortura, Cile
- Lorenzo Loncon, per il popolo Mapuche del Cile
- Francine Damasceno Piñeiro - Movimento dei Lavoratori rurali Senza Terra del Brasile - MST,
- Carlos Fazio, profesore investigador dell'università UACM e UNAM (Città del Messico), scrittore e giornalista del quotidiano “La Jornada” del Méssico,
- Alberto Giraldéz - Comunità Santo Tomás di Madrid, - Spagna
- Bernardine Dohnr; giurista e docente della Università Northwestern di Chicago (USA).
Insieme a Libera, ne fanno parte anche:
- Adolfo Pérez Esquivel, Premio Nobel per la Pace,
- Francois Houtar, direttore CETRI (Bélgio) e membro fondatore del Forum Sociale Mondiale- Tomás Gumbleton, vescovo emérito di Detroit, USA,
- Gilberto López y Rivas, direttore di “Etnología y Antropología”
- Miguel Álvarez, esperto in temi di pace e gestione dei conflitti, membro di Serapaz- Elizabeth Deligio, membro del Movimento per la chiusura della Scuola delle Americhe (SOA Watch).L'invito rivolto all'ItaliaLa proposta della Commissione Etica Internazionale viene elaborata durante il III incontro nazionale del Movimento delle Vittime dei Crimini di Stato, che nel luglio 2006 a Bogotà ha radunato i rappresentanti di 200 organizzazioni di base di vittime e della società civile. In quell'occasione il Movimento di Vittime ha mandato a Libera un messaggio-invito per lavorare insieme.“I contatti tra la Colombia e l'Italia sono molteplici e le scarse relazioni economiche e politiche ufficiali tra i nostri paesi sono sostituite dai forti contatti tra le mafie italiane e quelle colombiane: prima i cartelli di Cali e Medellin e adesso le formazioni paramilitari che controllano la maggior parte della produzione e del traffico degli stupefacenti dal nostro paese verso l'esterno.L'attuale governo del Presidente Álvaro Uribe Vélez ha promosso un processo di vera e propria legalizzazione dei gruppi paramilitari operanti nel nostro paese calpestando qualsiasi norma di diritto internazionale e interno, finendo per accettare la costituzione ed il rafforzamento di un nuovo potere politico mafioso nel paese.Il Movimento delle Vittime dei Crimini di Stato come già altri movimenti civili del continente latinoamericano - Argentina, Cile - ha deciso di non negoziare la Memoria, la Dignità, la Giustizia ed il Diritto a beneficio del crimine e dell'illegalità.Il nostro processo di resistenza civile e di costruzione di una Colombia basata sui principi della Giustizia e della Legalità, viene fortemente attaccato dal Governo Nazionale che ci accusa di essere un ostaculo per la pace, a causa delle nostre rivendicazioni, criminalizzandoci e ponendoci nel mirino delle formazioni paramilitari, che oggi sono più forti ed armate di sempre, nonostante si sia concluso il presunto processo di negoziazione che doveva prevedere lo smantellamento di queste forze. Allo stesso tempo, oltre alle ripetute minacce che si susseguono incessanti, i gruppi paramilitari hanno già commesso altri delitti nei nostri confronti, assassinando membri e esponenti di spicco del Movimento.Vi proponiamo di costruire una strategia comune per riuscire ad incriminare e giudicare in tribunali internazionli e nazionali, i responsabili di Crimini di Lesa Umanità e Gravi Violazioni dei Diritti Umani, crimini per i quali come sapete, non esiste la prescrizione e che possono essere giudicati da qualsiasi tribunale in qualsiasi parte del mondo.Sappiamo che in Italia siete riusciti ad ottenere importanti risultati, tra le altre cose con la concessione di terre confiscate e sviluppando progetti produttivi attraverso cooperative sociali di giovani in zone storicamente colpite dall'azione mafiosa.Non può essere un caso che alcuni tra i personaggi più scomodi in Colombia, accusati di corruzione, collusione con i gruppi paramilitari ed ad altri gravi reati, vengano inviati in Italia come rappresentanti diplomatici; è il caso dell'ex direttore del DAS (i servizi segreti del nostro paese) JORGUE NOGUERA, “promosso” Console generale e Milano dopo essere stato coinvolto in uno scandalo con i paramilitari per corruzione, acquisto di voti per la prima elezione del Presidente Uribe e come mandante di più di 20 omicidi politici e di LUIS CAMILO OSORIO, attuale Ambasciatore delle Repubblica di Colombia in Italia, ex Fiscale Generale della Nazione (una carica più o meno equivalente ad un Giudice Italiano di altissimo rango) e presunto responsabile dell'insabbiamento di vari processi a carico di paramilitari e alti ufficiali dell'esercito collusi con questi ultimi.Noguera (oggi arrestato) ha rinunciato al suo carico di Console ed è tornato in Colombia, mentre Osorio continua a rappresentare il nostro paese a Roma (da poco trasferito all'ambasciata di Città del Messico) e non possiamo che considerare questo fatto come una vergogna sia per il popolo colombiano che per le Istituzioni del Governo Italiano, che accettano un personaggio di questo calibro come rappresentante ufficiale di uno Stato estero.
Un ponte dalla parte delle vittimeIl settore internazionale di Libera - associazioni nomi e numeri contro le mafie, coordinato da don Tonio dell'Olio, ha deciso di dedicare speciale attenzione alla Colombia, da cui proviene molta cocaina consumata in Italia per lo più organizzata dal narcobusiness della ndrangheta calabrese. Sulla scia della decennale storia che caratterizza il suo impegno nella promozione dei diritti, legalità e cittadinanza democratica, si intende dar vita a un percorso per costruire un progetto globale che tenta di dar voce al protagonismo della società civile e delle vittime che subiscono gli effetti del narcoterrorismo.In questa ottica LIBERA ha già realizzato alcune tappe di questo cammino, con la collaborazione di Cristiano Morsolin, esperto dell'Osservatorio Indipendente sulla Regione Andina SELVAS.Org.Nel settembre 2006 Libera ha realizzato una prima missione esplorativa per “scoprire la complessita colombiana scegliendo di ascoltare e di costruire relazioni direttamente con le vittime, con i movimenti sociali e con le organizzazioni di base che stanno costruendo alternative di pace dal basso, riconoscendo nella società civile un insieme di attori che si differenziano radicalmente dalle posizioni dello Stato e del paramilitarismo, così come dalle guerriglie (FARC, ELN)”.Nel novembre scorso Libera, durante gli stati generali dell'Antimafia, ha analizzato i legami tra il fenomeno droghe e il crimine transnazionale insieme a vari esperti, tra cui Monica Massari (Università della Calabria), Padre Mazzoleni Gaetano (missionario della Consolata tra i contadini colombiani coltivatori di coca), Giusto Catania (Europarlamentare), Piero Innocenti (questore di Bolzano), Vincenzo Macri (Procura Nazionale Antimafia), Riccardo De Facci (CNCA), Guido Piccoli (giornalista), Leopoldo Grosso (Gruppo Abele).A fine novembre LIBERA ha invitato Ricardo Vargas, esperto colombiano di narcotraffico, associato al TNI di Amsterdam e direttore di “Accion Andina” a Bogotà, che si è confrontato con alcuni esponenti della Commissione Parlamentare Antimafia e lo studioso Enzo Ciconte.Questo percorso della società civile ha trovato una sponda di sostegno politico anche nel Sottosegretario con delega sull'America Latina Donato di Santo, con cui LIBERA sta mantendo aperto un importante confronto, come evidenziato dallo stesso Di Santo in una lettera al “Corriere della Sera” del 1 marzo scorso. LIBERA testimonierà questa chiara presa di posizione in favore delle vittime anche durante la giornata dell'impegno e della memoria che organizzerà il prossimo 21 marzo a Polistena, rafforzando il ponte tra Italia e Colombia alla ricerca di giustizia e verità.Foto: atto pubblico della Commissione Etica Internazionale in ColombiaTribunale Permanente dei Popoli: Sessione sulle imprese multinazionali e diritti dei popoli in colombia - terza udienza.Il Tribunale Permanente dei Popoli (TPP), organo della Fondazione Lelio Basso-Sezione internazionale, terrà nei giorni 25 e 26 febbraio 2007, la prossima udienza sulla distruzione della biodiversità nei pressi del bacino del Río Cacarica, nel Dipartimento del Chocó, una delle regioni più povere, oppresse e periferiche del paese. Nel mese di giugno 2005, il TPP ha accettato la richiesta da parte di un ampio coordinamento di organismi, sindacati e associazioni colombiane di realizzare un ciclo di udienze sui differenti aspetti e attori del conflitto colombiano, con l'obiettivo di analizzare il tipo di intervento delle imprese multinazionali nei diversi campi dell'estrazione delle risorse naturali e la violazione dei diritti umani di cui queste sono responsabili. Nel corso di questo lungo cammino che si concluderà nel 2008, il Tribunale giudicherà le dinamiche delle pratiche economiche neoliberali, le loro implicazioni con la politica di sicurezza repressiva e il processo di militarizzazione dello Stato colombiano, con il fine ultimo di dimostrare il complesso meccanismo di interazione tra questi diversi aspetti e di valutare le conseguenze sui diritti economici e politici del popolo colombiano.La prima tappa di questo percorso è stata realizzata a Berna nel mese di ottobre 2005, in occasione dell'udienza preliminare sulla responsabilità diretta della multinazionale Nestlé nella persistente violazione dei diritti lavorativi e sindacali. L'udienza ha avuto valore di hearing per quella successiva tenutasi a Bogotà l'1 e 2 aprile 2006. Quest'ultima ha giudicato le violazioni dei diritti lavorativi e della libertà sindacale da parte delle multinazionali agroalimentari Nestlé, Coca Cola e Chiquita Brands. La seconda udienza tenutasi a Medellín l'11 e 12 novembre 2006 ha giudicato le responsabilità delle multinazionali del settore minerario nel contesto dello sfruttamento dell'oro e del carbone in Colombia, i rapporti con il paramilitarismo e l'influenza che queste esercitano sulle recenti riforme del Codigo de Minas.L'udienza fissata per i prossimi giorni analizzerà i seguenti casi: Biodiversità e biopirateria; caso contro Smurfit-Carton de Colombia e Pizano; Palma e biocombustibile; caso contro Urapalma, Palma del Atrato, Palmas de Atrato, Palmas del Curvaradó; caso contro Delmonte e Multifruit; politica ambientale e agraria; transgenici in Colombia; caso contro Monsanto e Dyncorp; Plan Puebla Panamà. L'obiettivo sarà quello di dimostrare come le multinazionali menzionate, con la complicità delle strutture paramilitari, siano responsabili dell'espulsione delle comunità native ed afrodiscendenti della regione. A questa è legata la pre-udienza che si terrà a Medellín il 22 febbraio che avrà come oggetto lo studio delle fumigazioni, nocive per l'ambiente e la salute umana, che si stanno realizzando in molte regioni del Paese con il pretesto di eliminare le piantagioni di coca. La giuria sarà composta da João dos Santos Costa, giudice brasiliano, membro dell'Asociación de Jueces para la Democracia in Brasile e la FJD (Federación de Asociación de Jueces para la Democrácia de América Latina e il Caribe), Ricardo Carrere, del World Rainforest Movement, Marcelo Ferreira, professore ordinario della Cattedra di Diritti Umani della Facoltà di Filosofia (UBA) e professore associato della Cattedra di Diritti Umani della Facoltà di Diritto di Buenos Aires, Madaleine Alingue, Professoressa dell'Università Externado de Colombia, Alfredo Molano, sociologo e ricercatore colombiano, Lorenzo Loncon Belmar, leader indigeno mapuche del Chile, Francine Damasceno Pinhei, avvocato brasiliano, rappresentante del movimento Sin Tierra del Brasile. Per la Fondazione Lelio Basso - Sezione internazionale parteciperanno all'udienza Marianna Bosco e Simonetta Fraudatario.Per la gravità delle informazioni fornite, La invitiamo a prendere nota e a diffondere il presente comunicato attraverso i suoi canali preferenziali e a seguire il percorso che vedrà impegnato il Tribunale lungo tutto l'anno 2007.Cordialmente,
Tribunale Permanente dei PopoliPresidente: Salvatore SeneseSegretario generale: Gianni TognoniResponsabile segreteria: Simonetta FraudatarioTel. e fax: 06/6877774 tribunale@internazionaleleliobasso.it - filb@iol.it
www.internazionaleleliobasso.it (Tribunale Permanente dei Popoli, Sentenze)3° Giornata Internazionale di Solidarietà con la Comunità di Pace di San José de Apartadò in ColombiaIl 21 febbraio 2005 sono stati selvaggiamente uccisi otto membri della Comunità diPace di San José de Apartadò: LUIS EDUARDO GUERRA, responsabile della interlocuzione con il governo nazionale; la sua compagna BELLANIRA AREIZA; suo figlio DEINER ANDRES, di 11 anni di età; ALEJANDRO PEREZ; ALFONSO BOLIVAR, leader della zona umanitaria di Mulatos; sua moglie SANDRA MILENA MUÑOZ e i loro due figli, SANTIAGO e NATALIA ANDREA di 18 mesi e 6 anni di età. Numerosi testimoni segnalano l'esercito colombiano come responsabile di questo crimine contro l'umanità, tesi confermata da diverse commissioni d' indagine formate da giuristi internazionali che sono andati sulla zona del massacro.In occasione del secondo anniversario di questo orrendo crimine, diversi enti locali ed organizzazioni sociali, non solo in Italia, ma in altri paesi europei , dell'América Latina e Nordamericani, organizzeranno il prossimo 21 febbraio, la terza giornata internazionale di solidarietà con la Comunità di pace di San Josè de Apartadò, nella quale saranno realizzate varie attività di ricordo e denuncia con lo scopo di chiedere giustizia, verità e riparazione , per non permettere che questo massacro - infanticidio, permanga nell'impunità.Mentre espressioni della Comunità internazionale, come la American Friends Service Committee (www.afsc.org) riconoscono a questo esercizio quotidiano di pace e dignità un valore universale nominando la Comunità di San José de Apartadò al Premio Nobel per la Pace 2007, il Governo del Presidente Alvaro Uribe Velez insiste nel volerla annientare attraverso la crudele strategia di repressione sistematica, silenziosa, perversa e bugiarda che oggi viene applicata in Colombia.In Italia, Colombia Vive! Rete Italiana di Solidarietà con le Comunità di Pace Colombiane, insieme con altre associazioni ed enti locali, hanno previsto la realizzazione di diverse iniziative, tra le quali ricordiamo per la rilevante importanza:ROMA, 19 febbraio 2007Sala Stampa del Senato , Palazzo Madama, Corso Rinascimento ,2ore 11:30, Conferenza Stampa Interventi: Tana De Zulueta, Deputata; Francesco Martone, Senatore; Monica Cirinnà, Vicepresidente Consiglio Comunale di Roma, Adriano Labucci, Presidente del Consiglio della Provincia di Roma, Stefano Bigaroni, Sindaco di Narni per Colombia Vive! Rete Italiana di Solidarietà; Rappresentante Comune di Cascina; Rappresentante Coord. Amnesty International America Latina Coordina: Giuseppe De Marzo Associazione A SUD, ROMA, 21 febbraio 2007Ore 15,30 ¡ Omaggio alla memoria! Sit-In di fronte alla Ambasciata colombiana , angolo Via Pisanelli/ Via Mancini . Una delegazione di alto livello, consegnerà all'Ambasciatore colombiano una lettera per il Presidente Alvaro Uribe Velez , con la quale la comunità internazionale chiede la fine dell'impunità eil rispetto “ del diritto di distinzione “della popolazione civile dagli attori armati.ROMA, 23 febbraio 2007, ore 17:00 Parlamento Europeo, Sala delle Bandiere, via IV novembre 149“ El día en que lo iban a matar....”presentazione della relazione dei magistrati di MEDEL ( Spagna ) sul massacro del 21 febbraio 2005partecipano: : Luis Fernando Martinez Zapater, magistrato MEDEL - autore del documento; On.le Tana De Zulueta; On. Francesco Martone; On. Vittorio Agnoletto; Monica Cirinnà, vicepresidente Consiglio Comunale Roma; Andrea Proietti ,Presidente Colombia Vive!; Rappresentante Comune di Cascina; Adriano Labucci, Presidente del Consiglio della Provincia di Roma, Riccardo Noury portavoce Amnesty International sez. Italia. Coordina : Guido Piccoli, scrittore e giornalista. Convoca:Colombia Vive!ONLUS Rete Italiana di Solidarietà con le Comunità di Pace Colombiane Foto: atto pubblico della Commissione Etica Internazionale in ColombiaLa sottomissione del potere giudiziario nei confronti di un potere politico viziato da corruzione e nepotismo impone, comunque, al presidente Correa di dar seguito alle promesse fatte in campagna elettorale, dando vita ad una Assemblea Costituente che possa riformare lo Stato, rendendo indipendenti gli organi giudiziari dal potere legislativo e garantendo maggiore stabilità politica, in modo da rassicurare gli investitori esteri ed avviare politiche sociali ed economiche di lungo periodo.Nel frattempo, però, mentre i manifestanti promettono nuove proteste nei prossimi giorni, dal TSE sembra paventarsi la possibilità di annullare la risoluzione con la quale è stata decisa la destituzione della maggioranza dei membri del Congresso, in modo da permettere al Legislativo di riassumere le proprie funzioni.Verdetto del Tribunale InternazionaleContro l'ImpunitàCasi di Ciudad Bolivar y CazucaBogotà, Colombia25 Novembre 2006.1. Durante i due giorni di sessione del Tribunale contro l'Impunità, 24 e 25novembre 2006, nel salone Ellittico del Congresso della Repubblica della Colombia,i giudici hanno appreso la drammatica violazione dei più fondamentali diritti umani,i crimini contro l'umanità che sono stati commessi e lo sfollamento forzato di centinaia di migliaia di persone.Molti abitanti di Ciudad Bolívar e Cazucá sono vittime di questa pratica sistematica e violenta, dell'uso del terrore e dell'intimidazione che privano le persone della loro vita, della loro casa, delle loro proprietà e della loro terra.Inoltre esiste un'evidenza innegabile circa la pratica di sparizioni forzate, esecuzioni extragiudiziali, sequestri, torture, abusi sessuali ed intimidazione da parte dell'esercito, la polizia e gruppi paramilitari in questa zona. Bisogna sottolineare che specialmente i bambini, le bambine e i giovani sono bersaglio specifico degli abusi.La situazione rappresenta una politica e pratica intenzionale ed una strategia degli organi dello Stato, avvalendosi direttamente della repressione contro la popolazione civile o per mezzo di strutture paramilitari, con l'obiettivo di consolidare un progetto sociale, economico e militare.I crimini contro la popolazione di Ciudad Bolívar e Cazucá non sono atti isolati né rappresentano le conseguenze secondarie o indirette del conflitto armato. Vanno molto più aldilà delle realtà di violenza urbana che esistono in molte città del mondo e pertanto, costituiscono una modalità di violenza specifica legata ad interessi economici, politici e militari, nazionali ed internazionali.I crimini sono quindi dell'ordine di Lesa Umanità; comprendono violazionisistematiche ai diritti umani fondamentali, come il diritto alla vita, all'integrità fisica ed oltre alla violazione dei diritti economici, sociali e culturali. Le violazioni sono tanto numerose ed inglobano tante persone che non può essere esonerata la responsabilità dallo Stato della Colombia, che ha l'obbligo assoluto di proteggere e garantire i diritti dei suoi cittadini secondo le leggi nazionali ed internazionali.di conseguenza, il Tribunale Internazionale contro l'Impunità dichiara che:La responsabilità dello Stato colombiano è motivata nell'ignoranza grave ed ingiustificata circa il suo dovere a garantire i diritti fondamentali, dato che è obbligo dello Stato proteggere i propri cittadini, il non compiere questo obbligo lo converte in responsabile del più grave dei crimini che è costato la vita a molte persone e che ha incrementato le pene e la miseria di migliaia e migliaia di altre.Ugualmente, lo Stato Colombiano è colpevole in forma diretta, per le sue politiche socioeconomiche, militari e per il modo di agire della sua forza pubblica e dei suoi organismi di sicurezza e per l'eccessivo uso della forza. Questo torva conferma nelle sparizioni forzate, nelle esecuzioni extragiudiziarie, negli sfollamenti perfino intraurbani, torture, abusi sessuali, intimidazioni, privazione arbitraria della libertà,limitazione della libertà di movimento, di associazione e di libera espressione, e per non rispondere alle necessità basilari della popolazione a godere di una vita degna.La complicità dello Stato nei Crimini di lesa Umanità e nelle violazioni gravi ai diritti umani fondamentali, sono rappresentate, tanto dalle azioni dirette di agenti statali che dall'esistenza dei gruppi paramilitari appoggiati e legittimati dalle autorità e dagli organismi di controllo. Lo Stato è colpevole di complicità per le sue azioni dirette e non meno per permettere ed incentivare le azioni dei paramilitari, che agiscono effettivamente come agenti attivi e passivi dalla politica dello Stato ed è colpevole della flagrante situazione di impunità.La impunidad es un grave crimen en si mismo. No se trata sólo de una actitud pasiva frente a los crímenes de Lesa Humanidad. Es una institucionalización activa de la injusticia. La impunidad es justificada falsamente como un mal necesario para lograr la “pacificación” pero la paz no es posible sin la justicia y la justicia no es posible sin la verdad. Al contrario se promueve un Estado de impunidad denegandolos derechos de las victimas a la verdad, a la justicia, a la reparación integral y la garantía de no repetición.3. La giuria prende in considerazione il contesto sociopolitico della Colombia includendo l'esistenza del conflitto armato interno. Il Tribunale non ignora l'esistenza dell' insorgenza nel paese, malgrado non sia stata verificata la partecipazione della stessa negli abusi commessi a Ciudad Bolívar e Cazucá.Il governo considera che l'insorgenza sia la causa del fenomeno paramilitare,tuttavia, esistono documenti che dimostrano che la strategia paramilitare è stata adottata prima dell'esistenza delle attuali guerriglie. D'altra parte l'argomento della lotta controinsurrezzionale non ha applicazione negli abusi commessi nelle localitàdi Ciudad Bolívar y Cazucá.3Senza giustificare la continuazione della lotta armata, il Tribunale afferma che il conflitto armato è, in sé stesso un sintomo della struttura sociale ed economica caratterizzata dall'ingiustizia sociale. L'esistenza di gruppi insorti ha corrisposto in generale alla povertà generalizzata, alla mancanza di opportunità e alla disuguaglianza sociale; come all'imposizione di un modello economico a beneficio degli interessi di imprese transnazionali e l'investimento straniero che beneficia la classe più potente. È questa l'origine principale delle violazioni ai diritti fondamentali e dei crimini verso le comunità.4. Questo Tribunale trova colpevole non solo lo Stato colombiano ma anche la comunità internazionale e le imprese transnazionali, complici nell'appoggiare e finanziare le politiche e pratiche dello Stato colombiano di guerra sporca.Gli Stati Uniti sono colpevoli dato il loro appoggio politico e finanziario del Plan Colombia e dell'attuale Plan Patriota, il quale, con il pretesto di combattere il narcotraffico, ha imposto un modello di sfruttamento economico e sociale che ha generato lo sfollamento massiccio della popolazione rurale di varie regioni del paese, molti dei quali sono abitanti di Ciudad Bolívar y Cazucá.Gli Stati Uniti sono colpevoli per finanziare e assessorare le forze Militari di Colombia, autrici materiali di molti dei crimini che qui vengono denunciati, più grave ancora, è che gli Stati Uniti approfittano economicamente di questa situazione per ottenere contratti in diverse aree.Gli Stati Uniti sono colpevoli di avere ostacolato una soluzione negoziata al conflitto armato, imponendo ai gruppi insorti la categoria di gruppi terroristici e far così scartare le soluzioni non militari al conflitto.Anche l'Unione Europea è colpevole per la complicità nella promozione e finanziamento della Legge di Giustizia e Pace e del sistema di reinserimento, dato che entrambi gli strumenti permettono che l'azionare impune dei paramilitari si perpetui, continuando attraverso il controllo sociale, militare ed economico cheesercita e continuerà ad esercitare nel settore. Lasciare agli autori senza sanzioni realiè una chiara istituzionalizzazione dell'impunità.Anche altri paesi sono responsabili per la violazione di diritti umani in Colombia, come il Canada, dal momento che appoggia il processo di smobilitazione e legittima così il regno dell'impunità.Imprese transnazionali degli Stati Uniti, Canada, Belgio e Svizzera, in Colombia sono responsabili di questa situazione, non solamente per lo sfruttamento distruttivo dell'ecosistema qui ed in altre parti del mondo, ma anche per essere complici dell'apparato paramilitare nel paese.In questa situazione di violazione generalizzata dei diritti umani si osservano le sequele di un progetto economico domestico imposto violentemente, e contemporaneamente le conseguenze della politica straniera, specificamente nei risultati devastanti della logica neoliberale, in particolare l'imposizione del PlanColombia e del Plan Patriota.5. Per questo motivo il Tribunale condanna lo Stato Colombiano, rappresentato dal presidente, il signor Álvaro Uribe Vélez per non adempiere al suo obbligo di proteggere i cittadini e non garantire il godimento dei diritti fondamentali; per complicità nelle violazioni dei diritti civili e politici, sociali, economici e culturali; permantenere un apparato di impunità non investigando, perseguendo e punendo i criminali; per non correggere il sistema di giustizia, assicurando che i crimini non si ripetano, e per imporre un modello economico al prezzo della dignità dei poveri.Condanna i gruppi paramilitari della zona, specificamente i blocchi Capital e Centauros e i loro leader, per crimini contro l'umanità e per aver imposto uno stato di terrore contro la popolazione civile.Condanna agli apparati repressivi dello Stato della Colombia per crimini di Lesa Umanità e per non adempiere al loro dovere di rispettare la legge, specificatamente l'Esercito, la Polizia Nazionale, il DAS e l'ESMAD.Condanna la Procura Generale della Nazione per non adempiere al suo obbligo di investigare sulle denunce presentate e proteggere le vittime ed i testimoni.Condanna il Ministero dell'Interno per omettere il suo obbligo a garantire sicurezza alla popolazione in situazione di sfollamento forzato e per non fornire adeguato aiuto umanitario.Infine il Tribunale sottolinea anche la responsabilità politica dei comuni di Soacha e di Bogotà per non fornire alla popolazione l'infrastruttura necessaria per una vita degna in accordo con i loro diritti fondamentali.Condanna le imprese: Cemex del Messico; Holcim della Svizzera e Ladrillera Santa Fé per la distruzione dell'ecosistema e per la complicità nell' imporre un modello economico e collaborare con strutture paramilitari che distruggono il tessuto sociale e violano i diritti dei cittadini.Condanna altri paesi della comunità internazionale, per la loro complicità nell'appoggio al governo Colombiano sull'imposizione di un modello economico e militare, per appoggiarlo con i finanziamenti e per la legittimazione politica e morale, specificamente dei paesi europei.Il Tribunale contro l'impunità rende direttamente responsabile lo Stato Colombiano nel caso in cui che alcuna delle persone che partecipato a questo Tribunale venga osteggiata, perseguita o vulnerata nella sua integrità, della vita o della sicurezza personale.25 novembre 2006.Padre Francois Houtart BelgioPadre Javier Giraldo ColombiaDr. Chistopher Ferguson CanadaDra. Carmen Karagdag FilippineDr. Orlando Fals Borda ColombiaDra. Patricia Dahl Stati UnitiDr. Alexis Ponce EcuadorObispo James Decker Canada
Organizzato da:Progetto Justicia y Vida, Organizzazioni sociali di Ciudad Bolivar y CazucaInformazioni: Justicia y Vida Tel: 2447754
projusvi@yahoo.com



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